AMIANTO – Nuove condanne in Italia

Nella giornata di lunedì 18 luglio 2016 sono state emesse le condanne definitive per imprenditori e dirigenti della Olivetti di Ivrea, relative ai decessi per mesotelioma pleurico, avvenuti tra il 2008 e il 2013, di 13 lavoratori operanti presso l’Azienda facente parte del gruppo di Telecom Italia.

Ai fratelli De Benedetti, che hanno già deciso di ricorrere in appello, le pene più dure, di 5 anni e 2 mesi, mentre di un anno e 11 mesi per l’ex ministro Passera.

Nonostante quanto sostenuto dalla difesa, e cioè che la dirigenza ha sempre avuto una grande attenzione per i temi di salute e sicurezza sul lavoro, il Pubblico Ministero ribadisce che i decessi si sarebbero potuti e dovuti evitare.

Nell’attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, che verranno comunicate a 90 giorni dall’emissione della stessa, rimane la certezza che l’amianto è un pericolo ancora presente nel nostro Paese, essendo i suoi effetti cronici a lungo termine.

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APPROFONDIMENTO

COS’È

L’amianto (o asbesto) è un minerale a struttura fibrosa del gruppo dei silicati.
Una fibra d’amianto è di dimensioni estremamente ridotte: circa 1300 volte inferiori a quelle di un capello umano.
Dagli inizi del ‘900 viene adoperato nella produzione di composti fibro-cementizi, che si diffondono rapidamente per le loro numerose proprietà, come l’isolamento termico e acustico.

L’utilizzo dell’amianto si diffonde in tutti i settori produttivi ed in ambito domestico, venendo utilizzato nei mezzi di trasporto (metropolitane, vagoni treno, transatlantici), in ambienti e luoghi pubblici (scuole, ospedali, cinema, etc.), all’interno di elettrodomestici di uso comune e molto altro.

In alcuni Paesi (Regno Unito e Germania), già negli anni ’30 e ’40, si studiavano le correlazioni tra l’esposizione alle fibre di amianto e l’insorgere di patologie di tipo respiratorio.

GLI EFFETTI

Una esposizione, se pur limitata nel tempo, a fibre di amianto aero-disperse, può provocare nel soggetto esposto l’insorgere di patologie asbesto correlate; tra le più diffuse troviamo l’asbestosi, il carcinoma polmonare e il mesotelioma.
Riguardo al mesotelioma, una parte della comunità scientifica sostiene la teoria, ad oggi ancora dibattuta, della cosiddetta “dose-indipendenza”: anche una esposizione inalatoria estremamente ridotta alle fibre del minerale può portare all’insorgere della patologia.

IN ITALIA

Nel 1992, la L. 27 marzo 1992, n. 257 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”) introduce misure per il sostegno dei lavoratori e delle imprese e a tutela dell’ambiente e della salute (vengono stabiliti i termini e le procedure per la dismissione delle attività di estrazione e lavorazione dell’amianto).
Nonostante ciò, secondo dati del 2014 (fonte CNR e ISPESL), sul nostro territorio sono ancora presenti circa trentadue milioni di tonnellate di asbesto, il più delle volte come componente del vecchio Eternit.